La Basilica Vaticana e le sue chiese tra Medioevo ed Età Moderna, I: Umbria

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Con la pubblicazione del presente volume viene inaugurata una serie di studi dedicati ad illustrare la storia dei rapporti, nel Medioevo e nell’Età moderna, tra la Basilica Vaticana e le sue chiese dipendenti. Si tratta di un tema storiografico qui affrontato per la prima volta nel suo complesso e che, anche per questa ragione, è di grande interesse. Lo studio della ricca documentazione offerta a tal proposito dall’Archivio del Capitolo di San Pietro permette infatti di gettare nuova luce non soltanto sulle vicende della Basilica e del clero vaticani, ma anche su quelle, spesso non meno avvincenti, dei tanti monasteri, ospedali e chiese che nel corso dei secoli furono affidate alle cure dei canonici di San Pietro.
È una storia, quella delle chiese dipendenti dalla Basilica, che ci porta spesso in luoghi ben distanti da quelli familiari in cui si svolgeva – e si svolge tuttora – la vita dei sacerdoti ai quali i sommi pontefici assegnarono, ormai più di nove secoli fa, le sorti del tempio vaticano. E, tuttavia, i canonici di San Pietro furono presenti anche lì, personalmente o per mezzo di visitatori da essi nominati, a dimostrazione della vocazione ultracittadina di una istituzione come il Capitolo della Basilica del Principe degli Apostoli.
La presente pubblicazione, concernente le chiese dipendenti da San Pietro in Umbria, pur prefiggendosi quale scopo principale quello di divulgare i dati inediti emersi dall’analisi condotta dall’autore sui manoscritti dell’Archivio capitolare, ha il merito di tener conto, ugualmente, sia di fonti di diversa provenienza, sia della vasta bibliografia oggi esistente in materia. È proprio grazie all’intreccio, qui accortamente realizzato, tra “centro” e “periferia”, tra fonti vati cane e fonti locali, tra storia “universale” e storia “minuta”, che è stato possibile all’autore di queste pagine scrivere un nuovo, interessante capitolo della storia della Basilica Vaticana, del suo clero e di quello delle chiese dipendenti e, in ultima analisi, della Cristianità.
Va anche sottolineata l’ampia premessa, che offre una rapida esposizione sulle fonti, poco note, della ricerca: decreti, verbali, censuali, privilegi, atti notarili appartenenti a secoli diversi, ognuno con le sue caratteristiche. Ma è sopratutto di grande interesse la lettura sulla conformazione storica progressiva e le varie forme dell’assoggettamento di chiese, monasteri ed ospedali all’apostolo Pietro, che estendeva un privilegio di libertà e immunità, pressoché unico in quei tempi.
Ancora oggi è possibile trovare le insegne del Capitolo Vaticano sulla facciata di edifici sacri sparsi in Italia, quale testimonianza di un’epoca storica le cui modalità sociali di vita trovavano una loro espressione nell’ambito religioso.
Non è stato un puro interesse erudito a motivare la ricerca, bensì un’esigenza contingente dettata da precise istanze amministrative. Poco tempo prima un carteggio intercorso tra il Vicariato di Roma, la Segreteria di Stato vaticana e lo stesso Capitolo aveva infatti richiamato l’attenzione dei corrispondenti sulla sussistenza di questo antico istituto, le chiese filiali di San Pietro, e sulla necessità di ottenere delle precisazioni al riguardo: su quali chiese si era estesa un tempo la giurisdizione della Basilica, quali erano stati diritti e i doveri dei canonici vaticani nei loro confronti, e, infine: come si conciliavano queste prerogative di vecchia data con la vigente normativa ecclesiastica.