• Non puoi aggiungere "La Dalmatica Imperiale nota come "Dalmatica di Carlo Magno"" al carrello perché il prodotto è esaurito.
Catalogo generale – Edizioni Capitolo Vaticano

La Crux Vaticana o Croce di Giustino II

20,00€

Testi
V. Pace, S. Guido, P. Radiciotti
Editore
Edizioni Capitolo Vaticano
Anno
2009
Formato
28.7x20cm
Pagine
40, ill.
ISBN
Italiano: 9788863390056
Inglese: 9788863390209
Spagnolo: 9788863390278

Esaurito

Descrizione

La Crux Vaticana e la Roma ‘bizantina’, di Valentino Pace

La Crux vaticana è altrettanto celebre, quanto è stata fino ad oggi enigmatica. Il suo auspicato restauro ha finalmente permesso di ottenere una chiara definizione del suo stato originario e delle sue alterazioni successive. Opera di sicura committenza imperiale, per l’ostentazione della scrittura di dedica e delle immagini di Giustino e della consorte, ne sono di conseguenza sicura datazione (565-578) e localizzazione (Costantinopoli), che ne fanno un preziosissimo testimone dell’oreficeria costantinopolitana del VI secolo, ancor più importante per la controversia critica sull’origini di altre opere discusse fra la Capitale e la Siria. Se possono restarne enigmatiche le scelte di iconografia (dalla duplice presenza dell’immagine di Cristo all’abbigliamento della coppia imperiale, e altro) e le difficoltà di confronti, tuttavia non per questo se ne può ormai più legittimare la totale genuinità solo per un più facile ossequio a visioni storiografiche ‘convenzionali’. La Croce venne inviata dalla coppia imperiale alla città di Roma, Urbs christiana. La Crux Vaticana, resta ancora oggi esemplare testimonianza di fede di un imperatore, Giustino II, che volle inviare alla città dei martiri in ricordo di se stesso e di sua moglie, la preziosa reliquia della passione di Nostro Signore.

Nuovi dati e osservazioni tecniche emerse dalle operazioni di restauro, di Sante Guido

La Crux Vaticana, prestigiosa testimonianza dell’oreficeria bizantina, rappresenta uno dei rarissimi esempi di committenza imperiale ancora conservato. Grazie alla fase preliminare di studio e alle successive operazioni del recente restauro, l’acceso dibattito sull’originaria consistenza e sull’autenticità della croce trova oggi risposte convincenti e nuove certezze su manomissioni e sostituzioni. Inoltre, sulla base delle testimonianze documentarie e iconografiche e a seguito della valutazione delle materie costituti ve della croce e del suo apparato decorativo, è stato possibile ricollocare la scomparsa corona di perle attorno alla reliquia e inserire nuovamente singole perle sul fronte con un intervento di parziale ripristino che consente, nel rispetto dell’equilibrio tra facies originaria e manipolazioni storicizzate, la piena leggibilità dell’armoniosa e significante sequenza di gemme fatta di precise alternanze cromatiche.

Un’iscrizione latina incisa a Costantinopoli, di Paolo Radiciotti

L’iscrizione posta sulla Crux Vaticana qualifica l’oggetto come donazione alla città di Roma da parte dell’imperatore Giustino II e di sua moglie Sofia, opportunamente menzionata come socia. L’uso della lingua latina, ben attestata a Costantinopoli alla fine della tarda antichità, e della scrittura onciale ‘di tipo b’, adoperata nelle legende monetali bizantine, prova la sostanziale autenticità della croce, che, prima di entrare a far parte del Tesoro di San Pietro, fu forse conservata, almeno inizialmente, nella chiesa di Santa Maria Antiqua, cappella palatina di Roma al tempo del ducato bizantino.

Informazioni aggiuntive

Peso 0.181 kg