Nella lunga storia della Basilica Vaticana, il Capitolo dei canonici è stato titolare di una particolare forma di giurisdizione, il cui ambito e fondamento è rimasto essenzialmente immutato fino all’ultima riforma del XX secolo, la quale, pur ribadendo il presupposto che il Capitolo Vaticano è esente da ogni autorità che non sia quella del sommo pontefice, ha di fatto demandato alla Parrocchia le iniziative pastorali e marginalizzato il Capitolo nell’ordinario esercizio delle attività cultuali della sua chiesa capitolare.
Il mutare dei tempi comporta inevitabilmente cambiamenti giuridici, ma la storia della millenaria gestione della Basilica da parte del Capitolo, in fruttuosa sinergia negli ultimi secoli con la Fabbrica di San Pietro, testimonia i meriti e la peculiarità del servizio reso dal Capitolo Vaticano, sotto l’autorità del cardinale Arciprete.
Un servizio che ha assicurato innanzitutto il costante svolgimento sia del culto ordinario che di quello di maggiore solennità, ma che si è esteso all’accoglienza dei pellegrini, all’amministrazione dei beni capitolari e alla tutela delle pertinenze della Basilica, al rapporto fecondo con le chiese filiali, ad altre numerose iniziative di carattere caritativo e sociale.
Ripercorrendo le varie successive costituzioni pontificie, appare la sollecitudine dei Pontefici e la loro fiducia nei riguardi di una istituzione che ha offerto al successore di Pietro una fedele collaborazione, notevole specialmente in alcuni difficili periodi storici. In appendice riportiamo i “Capita constitutionum” del 1938, che offrono un compendium delle costituzioni e decreti legislativi dei secoli precedenti, e il testo degli “Statuta” del 1999, che disciplinano attualmente l’attività liturgica dei canonici.
La conoscenza dell’iter storico-giuridico di una istituzione è garanzia nel giudizio che può venir espresso nei suoi confronti, ed è saggio punto di riferimento per qualsiasi necessario aggiornamento della medesima.