La Porta Santa della Basilica Vaticana

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La ritualità del Giubileo esprime simbolicamente un messaggio: durante l’anno giubilare, viene offerto ai fedeli un “percorso straordinario” per la loro anima. L’inizio ufficiale del Giubileo avviene infatti con l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro. Anche altre basiliche maggiori romane e varie chiese, che per tradizione sono meta di pellegrinaggi, hanno per concessione papale, una Porta Santa attraversando la quale, nello stesso periodo di tempo è possibile lucrare l’indulgenza. Nel Giubileo del 1950 la Porta Santa della Basilica Vaticana, dopo duecento anni, ha cambiato fisionomia: i vecchi battenti lignei, inaugurati il 24 dicembre 1749 da papa Benedetto XV, hanno ceduto il posto a due nuovi battenti in bronzo, opera dello scultore Vico Consorti (1929-1979) e fuse nelle fonderie Marinelli di Firenze.
Gli episodi forgiati nel bronzo delle formelle, prendono spunto da precisi brani della Scrittura sacra riguardanti il peccato dell’uomo e il perdono divino, sintetizzati in una inclusa didascalia evangelica.
I sedici pannelli, tra i quali sono inseriti gli stemmi dei papi che hanno celebrato i giubilei, offrono scene, suggerite dall’economo della Fabbrica di San Pietro, mons. Ludovico Kaas, che abbracciano la storia umana bisognosa del perdono divino, quasi a commento delle parole di Papa Pio XII: “Concedimi, o Signore, che questo Anno Santo sia l’anno del gran ritorno e del gran perdono“. L’invito a entrare per quella porta, è fatto a nome di Gesù che ha detto: “Io sono la Porta”, cioè la salvezza dell’umanità.
Nei battenti bronzei della Porta di Vico Consorti c’è quindi un connubio prezioso di fede ed arte, che merita di essere valorizzato. A tale scopo presentiamo il Commento spirituale del Card. Angelo Comastri, e una ricostruzione storica riguardante il manufatto artistico, a cura di Sua Ecc. Vittorio Lanzani.