Una storia dalla Roma del Quattrocento. Quaderni di Ansunio di Anticoli, parroco in Roma e beneficiato vaticano (1468-1502)

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Nell’Archivio del Capitolo di San Pietro si conservano alcuni brevi quaderni, nei quali per oltre trent’anni (dal 1468 al 1502) il beneficiato vaticano Ansuino di Angelo de Blasiis (che fu anche notaio e rettore della scomparsa chiesa parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano in Pigna) tenne la propria contabilità personale. Si tratta di una fonte documentaria inedita e unica nel panorama romano, che permette di ricostruire le reti relazionali di chi la redasse, le sue attività economiche e le fasi realizzative di un articolato piano di fondazione di cappelle (tanto a Roma, quanto ad Anticoli Corrado, suo paese di origine): un ambizioso progetto al quale destinò tutti suoi risparmi.
Ad un’attenta analisi i quaderni di Ansuino si rivelano una fonte insospettatamente poliedrica, capace di parlarci ad un tempo del loro proprietario, del clero di città, del Capitolo Vaticano, del contesto anticolano, ma in primo luogo della Roma della seconda metà del Quattrocento (colta soprattutto nella realtà specifica e particolare del rione Pigna, centro delle attività di Ansuino), con le trasformazioni delle sue forme edilizie, con una pluralità di poli religiosi e culturali, con l’arte tipografica che muoveva i suoi primi passi.
Accanto a pontefici e sovrani, ad alti prelati e magistrati civici, a umanisti, notai e membri dell’aristocrazia cittadina, dalle pagine dei quaderni emergono gli esponenti dei ceti medio bassi della Roma dell’epoca. La possibilità di osservare le figure altrimenti anonime di tanti artigiani e vignaioli, di fornai e muratori, di veri romani e di forestieri, rappresenta uno degli aspetti di maggiore interesse nei quaderni.
Alla multiforme natura della fonte, opportunamente integrata da ulteriore documentazione d’archivio, l’autore di queste pagine fa corrispondere una commisurata pluralità di piani di lettura, indicando alcune linee interpretative che consentono di dare un ordine coerente alle notizie dateci da Ansuino, contestualizzandole e sottraendole così all’apparente disordine con cui esse compaiono nei quaderni.
L’autobiografia tematica rappresentata da questi registri di conti in definitiva è stata pazientemente scomposta e nuovamente assemblata in altra forma, di modo che in questa storia Ansuino condivide il ruolo di protagonista della narrazione con la Roma municipale e rionale in cui spese buona parte della propria vita.